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mercoledì 24 novembre 2004

Mi hai insegnato...



Mi hai insegnato che le parole più profonde possono anche non essere dette, quando si sanno sentire ugualmente, e m'hai insegnato parole vecchie e quasi dimenticate, togliendo loro quella patina a cui tempo e abitudine avevano nascosto il significato.
Mi hai insegnato cosa vuol dire appagamento... l'appagamento di una vita, una vita sempre vista prima alla finestra. L'appagamento che sa dare un pensiero, un'emozione, il ricordo d'una voce, una lettera, una poesia non sempre capita fino in fondo, una notte passata su un divano.
Mi hai insegnato la bellezza dell'attesa... quell'attesa che la mia frenesia rigettava in vortici di giochi e d'emozioni vuote e false, condite da parole e movenze sempre uguali, lette e imparate, di nascosto dalla vita, da un copione polveroso trovato e rubato in un teatro abbandonato.
Mi hai insegnato cosa vuole dire incertezza e imperfezione... nel loro significato più profondo, che è l'esatto contrario di quello che sta scritto sul dizionario di tutti gli altri, in tante altre parole diverso dal nostro.
Mi hai insegnato cosa vuol dire altalenanza... facendomi sentire un bambino spaventato quando la spinta era troppo forte, spinta che non ha fatto chiudere gli occhi alla paura che ti fa roteare il mondo attorno, e senza voler scendere per sentire la terra salda sotto ai piedi.
Mi hai insegnato cosa vuol dire insicurezza... quell'insicurezza che il mio egoismo m'aveva fatto dimenticare perché sempre e solo: "Io".
Mi hai insegnato cosa vuol dire paura... facendomi condividere la tua, facendomi assaporare la mia, lentamente, minuto per minuto, giorno per giorno.
Mi hai insegnato leggere... a leggere con gli occhi giusti, sorridendo, a volte, di quello che offri a tutti, dandogli la giusta importanza... un importanza che rende immensamente più importante quello che dai solo a me, quello che "gli altri non sanno che...".
Mi hai insegnato il significato di profondo... profondo legato alla parola "legame"... quel legame, quella corda che ci stringe forte, senza fare capire a nessuno, nemmeno forse a noi, sul corpo di chi è il nodo iniziale e quello finale.
Mi hai insegnato che le parole "mio" e "tuo" non hanno ragione di essere, così come mi hai insegnato cosa vuol dire "plurale".
Mi hai insegnato che tutte le parole hanno un loro contrario, ma se questi contrari si sanno fondere, il risultato rasenta la perfezione.
Mi hai insegnato la parola orgoglio... quell'orgoglio "sano", senza presunzione, che provo quando mi giro e ti vedo al mio fianco.
Mi hai insegnato la parola cazzo... e mi hai insegnato che non è un "cazzo" a fare un uomo.
Ecco...
Prima che tu m'insegnassi tutto questo ero solo un "cazzo"... un "cazzo" con un uomo attorno.

 

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