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lunedì 6 settembre 2004

Ti guardo ancora una volta...
Guardami ancora una volta. Ancora qualche istante di luce bianca, poi, quando chiuderò la porta, solo freddo e luce fioca. Non buio, ma luce fioca. Non uno dei due estremi, ma una banale via di mezzo che renda tutto più difficile da sopportare... quanta ne basta a disturbare il tuo riposo.
T'ho messo una bambola che un uomo ha spogliato per vedere com'era fatta sotto. Che stupido... se voleva vedere com'era fatta una donna bastava me lo chiedesse... l'avrei fatto guardare sotto i tuoi vestiti. Scaldala fra le tue gambe, dagli il tuo odore, glie la restituirò perché l'annusi.
T'ho messo un coniglietto giallo perché tu lo stringa al petto. Cullalo e cantagli la ninna nanna. Una nenia lenta, senza tono nella voce, da ripetere all'infinito, finché anche un pupazzo possa chiudere gli occhi e avere vita.
T'ho messo un oroglogio fatto a cuore. Ti servirà a ricordarti che tu non l'hai, e ti servirà per sentire il tempo che non scorre.
Ho messo un tuo disegno di tanto tempo fa, di quando disegnavi senza che i tuoi polsi macchiassero la carta. Quando le tue dita erano sporche di pastello, e non "sporche" e basta. Quando le tue unghie erano pulite, senza sangue rappreso sotto.
T'ho messo il nastro giallo nei capelli, come allora, e i calzettoni colorati da bambina.
Nella tasca del pigiama t'ho piegato un foglio... un foglio con la poesia d'un adolescente. Non ricordo le parole esatte, ma parla dei suoi sogni... parla d'un lago dorato dove aspettare qualcuno per abbracciarsi forte. Parla d'un lago dorato e di sorrisi da toccare il cielo. D'un lago dorato dove i sogni diventano realtà, dove invecchiare sereni e bagnarsi nudi senza vergogna.
Leggila... una, cento, mille volte... fino a che le lacrime cancellino ogni parola e ti resti solo un foglio bianco, bagnato e stropicciato in mano.
Stringilo forte nel pugno... e stai lì... fino alla prossima dannazione. VUOI ESSERCI?

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