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venerdì 10 settembre 2004



Un abito bianco, strappato di dosso e buttato nel fango. Un demonio ti strapperà quella croce blasfema. Vene azzurre, da strapparti dal petto per legarti i polsi e le tempie, perché nessun pensiero possa sfuggire. Una corona di spine di ferro si sposterà dalla sua testa alla tua per diventare un sudario... e gocce di sangue si rapprenderanno nei tuoi capelli acconciati da sposa. Sarà questo il tuo matrimonio con me. E la sera, prima di darti per la prima notte, t'accoscerai su uno specchio posato a terra. Ti ci specchierai per trovarci la tua essenza... pochi grammi di carne fra le gambe e due buchi che vomitano sporco. Se ci scorgerai anche il tuo volto t'accorgerai che è solo un contorno inutile, come inutile eri, prima che ci scegliessimo. E mi odierai profondamente, con rabbia violenta. E avrai paura di parlarmi, avrai paura di dirmi cose che senti ma che ti spaventano. Ti contorcerai violentemente per trattenerle. Ma le mie dita in gola te le faranno vomitare tutte, e ti stupirai delle tue parole. E te ne starai lì a sentirne un eco contrario... un eco che non s'allontana e ti martella in testa. Ma sorriderai... e dirai "L'ho fatto..."... ti sentirai "invertita". E il tuo volto nelle specchio, questa volta, potrebbe dirti cose diverse che ti stupiranno... ti stupiranno fino alla prossima dannazione. VUOI ESSERCI?

 

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